News

La crisi ha determinato, dal 2008 ad oggi, l’espulsione dal mercato del lavoro in Italia di più di 700.00 persone. Il dato è ulteriormente drammatico se si considerano i lavoratori posti in cassa integrazione o il ricorso agli ammortizzatori sociali in deroga, 470.000 sono i lavoratori in cassa integrazione a zero ore. Nulla ci sarebbe da aggiungere sui casi disperati di aziende industriali in chiusura, liquidazione, fusione e/o conversione che, anziché produrre nuovi posti di lavoro, producono disoccupazione. Anche a Ragusa. Sul versante della disabilità, rispetto alle prescrizioni della legge 68/99, ci sono circa 80.000 posizioni lavorative scoperte, mentre i disabili in cerca di lavoro o, meglio, in attesa di un opportunità lavorativa si attestano intorno a 700.000 unità. Questi dati nazionali risultano fortemente amplificati in Sicilia e in questa provincia. Se ne deduce una incapacità cronica ad inserire le persone potenzialmente produttive nel mercato del lavoro. “L’esclusione dal mercato del lavoro – afferma Aurelio Guccione, presidente del Consorzio “La Città Solidale” - è un fenomeno sociale preoccupante che porta con se problemi legati alla povertà, alla sicurezza sociale, alla capacità di spesa delle famiglie e delle persone.

La cooperazione sociale, in questo senso, è un attore di politica attiva del lavoro che dimostra, ancora oggi come sia possibile fare impresa, vera impresa, competendo sul mercato, investendo crescendo e incrementando l’occupazione, coinvolgendo nei processi produttivi i lavoratori che le imprese, cosiddette profit, escludono. Pertanto occorre considerare la cooperazione sociale come strada originale e di successo verso la crescita, l’occupazione e la coesione sociale. Essa si pone come via di sviluppo per conciliare la crescita occupazionale con la sostenibilità imprenditoriale e la qualità della vita delle comunità in cui si opera”. Ecco, dunque, il motivo per cui la cooperazione chiede un valido sostegno alla deputazione siciliana appena insediatasi a Palermo e, a cascata, agli amministratori locali. “Occorre che i deputati e le amministrazioni locali siano più attenti allo sviluppo sostenibile – specifica Guccione – ed occorre mettere al centro dell’azione politica, dell’azione amministrativa e di quella imprenditoriale la persona. L’sviluppo integrale dalla persona deve tornare al centro dell’agire politico e dell’agire imprenditoriale. L’augurio per la nuova classe dirigente della politica regionale è che si persegua uno sviluppo sostenibile mirato al benessere delle comunità locali. Di qui l’auspicio di un autentica riforma del welfare che ponga nelle mani dei destinatari dei servizi la scelta delle organizzazioni erogatrici, che dia spazio ai nuovi bisogni e gestisca in maniera oculata e integrata le risorse finanziarie. La scommessa dovrà essere di creare un mercato che valorizzi l’integrazione e la coesione sociale in cui competere per qualità ed efficienza senza sacrificare alla competitività il costo sociale. Sono certo che la cooperazione sociale, inserita nel sistema produttivo, può contribuire a includere le fasce deboli nel mercato del lavoro avvicinandole alle imprese profit e diventando un soggetto di transizione che favorisce il collocamento nel mercato ordinario”. Infine, in vista del secondo seminario sull’economia sociale che si terrà il prossimo 23 e 24 novembre a Ragusa Ibla (Auditorium ex Facoltà di Agraria), Guccione lancia un suggerimento che potrebbe apparire significativo ed utile. “La programmazione sociale – conclude il presidente de “La Città Solidale” - non può essere disgiunta da quella economica, così come l’agire delle imprese profit non può essere disgiunto da quello delle imprese non profit. L’attenzione alla cooperazione è anche educazione alla cittadinanza, alla sussidiarietà, ella mutualità e, quindi, alla persona”.