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Il progetto “Rompete le righe” si è ormai concluso, ma nuovi sapori si sprigionano dal percorso che rientra nella programmazione 2007/2013 del Fondo Sociale Europeo. “Rompete le righe” ha coinvolto tra i vari partner il Consorzio “La Città solidale”, l’En.A.I.P., il consorzio “Mestieri”, la Provincia di Ragusa, il Comune di Vittoria, la Multifidi, Cna, Coldiretti, Alter ego Consulting e Euro Development. Protagonisti del percorso formativo sono stati i detenuti delle case circondariali di Ragusa, Modica e dell’Ufficio di esecuzione penale esterna di Ragusa. Per loro sono stati predisposti diversi percorsi formativi dalle 250 alle 300 ore. Dieci in tutto i percorsi di work experience proposti. La fine del progetto segna, però, l’inizio di una nuova scommessa. Da “Rompete le righe”, infatti, nasce un’iniziativa concreta che si propone di offrire una possibilità di riscatto ai detenuti operando comunque in una logica di impresa. “Sprigioniamo sapori” è il nome della nuova impresa sociale che tra qualche settimana sarà pienamente operativa.

Aurelio Guccione, presidente del consorzio “La Città Solidale”, sottolinea il senso di questa iniziativa. “Il fatto che da un progetto come il nostro nasca l’idea di costituire una impresa sociale collocata proprio nel carcere di Ragusa, è segno che è possibile spendere bene i fondi europei per costruire un reale e duraturo benessere condiviso. Lavorare per il reinserimento di chi ha scontato, o sta finendo di scontare, una pena detentiva equivale ad investire per una società più sicura. Iniziamo con il curare la mensa del carcere di Ragusa, ma puntiamo al mercato esterno proponendo servizi di catering”. In una prima fase l’impresa “Sprigioniamo sapori”, avrà come socio unico il Consorzio “La Città Solidale”. “In un secondo momento – prosegue Guccione – cederemo il 49% del capitale sociale alle cooperative di tipo B che aderiscono al nostro Consorzio. Ad oggi diamo lavoro a 4 detenuti e a due professionisti esterni. Crediamo sia necessario fare ognuno la propria parte. Adesso occorre creare una rete più virtuosa con la società esterna affinché si possa concretizzare l’obiettivo di creare lavoro e ridare dignità alle persone detenute”.