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“Il lavoro è uno degli elementi fondamentali per la dignità di ogni persona. Lo è ancora di più se parliamo di uomini e donne costrette a misure alternative alla detenzione”. Con queste parole la dottoressa Rosaria Ruggieri, responsabile dell’Ufficio esecuzione penale esterna di Ragusa (Uepe), presenta il senso del progetto “Coltivare la libertà”. Un percorso biennale finanziato per 500.000 euro tramite avviso Pubblico n. 1/2011 del Fondo sociale europeo per la realizzazione di progetti volti all'inclusione socio-lavorativa di soggetti in condizione di disagio ed esclusione sociale nelle province di Ragusa e Siracusa. “Coltivare la libertà” prevede azioni di ricerca, orientamento ed accompagnamento fino a giungere ad un auspicato inserimento lavorativo delle persone coinvolte come utenti. “Il lavoro – prosegue la Ruggieri – è visto come elemento utile per creare delle condizioni di indipendenza economica, ma soprattutto come occasione per creare positive relazioni umane basate sul rispetto dell’ordine e delle regole.

Cercare di imparare una professione, inoltre, può permettere anche a chi vive una condizione di svantaggio, di scoprire delle qualità o delle attitudini magari inespresse prima d’ora”. “La missione del nostro ufficio – ha sottolineato la dottoressa Giovanna Di Falco dell’Uepe di Ragusa – è proprio quella di creare un ponte tra la società e chi, dopo avere scontato un periodo di detenzione, si prepara a tornare in completa libertà. Questo vuol dire evitare a queste persone di ricadere in atti di illegalità. In questo contesto l’aggancio con le imprese e le aziende esterne appare di grande importanza”. “Coltivare la libertà” avrà una durata di due anni. La Cooperativa sociale l’Arcolaio ne è il soggetto proponente. Altri partner del progetto sono l’Associazione Econ.form (Modica), HCC Kairòs S.r.l. (Ragusa), Cooperativa Sociale A. Portogallo (Ragusa). “Il percorso – spiega Giuseppe Pisano, direttore del progetto - prevede due anni di lavoro. Obiettivo è favorire l’inserimento socio lavorativo di persone in esecuzione penale esterna in carico agli uffici UEPE di Siracusa e Ragusa mirando a incidere sui meccanismi che rendono più difficile l’affrancamento, per chi vive questa condizione, dalle logiche di assistenza, devianza e pregiudizio. Si punta quindi ad avviare e sperimentare un modello di contaminazione fra le logiche e le pratiche del welfare e quelle dell’impresa offrendo ai destinatari, attraverso dei piani educativi individualizzati, opportunità di orientamento e sostegno all’inclusione sociale, di inserimento lavorativo, di sostegno socio-relazionale. Le misure progettuali saranno eseguite in stretto raccordo con gli uffici UEPE competenti per territorio”. L’intervento prevede più fasi. “Partiamo – conferma Filippo Spadola, progettista - con una fase di indagine sul mercato del lavoro locale e sulla propensione delle imprese, in particolare quelle del settore agricolo e turistico, ad inserire soggetti in esecuzione penale esterna. A seguire ci sarà una fase di orientamento ed accompagnamento al lavoro rivolta ad 80 destinatari; dunque partiranno le work experience di 550 ore in azienda per 36 persone (19 a Ragusa e 17 a Siracusa). Infine renderemo pubblici i risultati del progetto. Crediamo molto che questo lavoro possa essere utile anche per valutare il livello e la qualità delle imprese del territorio. Puntiamo allo sviluppo di un welfare condiviso”.

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