Consiglio Provinciale Confcooperative

Prime riunioni del neo eletto Consiglio provinciale. Un momento importante che giunge dopo i tre anni di commissariamento della sede provinciale di Ragusa.

Progetto Inexcess - INXS

Il 19 Aprile il seminario sul progetto di inclusione lavorativa degli ex detenuti.

  

Si è svolta mercoledì pomeriggio, presso la sede di Confcooperative a Ragusa, la prima riunione del neo eletto Consiglio provinciale. Un momento importante che giunge dopo i tre anni di commissariamento della sede provinciale di Ragusa. Durante l’incontro, come previsto dallo Statuto, è stato nominato il Consiglio di presidenza ed i 4 vice presidenti che coadiuveranno l’operato del presidente Gianni Gulino. Aurelio Guccione e Salvo Borrelli per il settore del Sociale e Carmelo Criscione e Rosario Pedriglieri per quello dell’Agricoltura sono i 4 vice presidenti eletti dal consiglio. “Il nostro Consiglio provinciale di mercoledì – spiega Gianni Gulino – rappresenta un passaggio importante e di rinnovata forza per la nostra confederazione. Il nostro obiettivo è quello di continuare ad essere un punto di riferimento per le cooperative associate, ma con l’intenzione di allargare la nostra base sociale. Abbiamo deciso di dare vita a Tavoli tematici che ci permetteranno di affrontare con sempre maggiore competenza e praticità le questioni proprie dei vari settori.

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“Sprigioniamo sapori”, iniziativa imprenditoriale avviata dal Consorzio “La Città Solidale” all’interno del Carcere di contrada Pendente, ha provveduto nei giorni scorsi ad un servizio di pasti caldi offerti agli indigenti che manifestano da settimane in piazza Poste.

Nel merito di questa iniziativa si sono dette e scritte molte parole. Soprattutto quando, ultimato il periodo di questa generosa offerta, è apparso in corso Italia un cartello con su scritto “Da oggi ci hanno privato anche del cibo”.

“A questo punto – interviene Aurelio Guccione, presidente del Consorzio “La Città Solidale” – riteniamo opportuno chiarire la nostra posizione. La nostra iniziativa, non istituzionale, era ispirata all’assoluta gratuità, in un’ottica di intervento di emergenza a sostegno di persone bisognose. Un gesto che, fin dal principio, era inteso come limitato nel tempo. Non è possibile, infatti, scambiare un gesto di favore come un diritto acquisito per sempre. Abbiamo interrotto la distribuzione dei pasti perché il nostro budget di impresa non ci permetteva di proseguire.

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L’incontro con il mondo della cooperazione sociale ed il Commissario straordinario al Comune di Ragusa è previsto per giovedì prossimo. Un incontro utile per definire le future strategie di programmazione per i Servizi sociali.

“Saremo presenti e propositivi – esordisce Aurelio Guccione, presidente del Consorzio “La Città Solidale” di Ragusa – ed apprezziamo il grande segnale di apertura che giunge dalla dottoressa Margherita Rizza. Il Commissario straordinario, infatti, ha il nostro più completo appoggio quando sottolinea la necessità di una riqualificazione della spesa per i servizi sociali e di una loro rinnovata programmazione. È importantissimo, infatti, che in questa fase siano state interpellate proprio le cooperative di tipo B. È un segnale positivo che apre ad un cambiamento epocale e nell’interesse di tutti. Non dimentichiamo l’emergenza che vivono le persone che stanno ancora manifestando in corso Italia e Piazza Poste, ma non dobbiamo per questo perdere di vista prospettive di più ampio respiro”.

“La Città Solidale”, dunque, proseguirà a sostenere i manifestanti fornendo loro i pasti caldi della cena, attraverso il catering di “Sprigioniamo sapori”.

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I pasti caldi per gli indigenti che protestano dinanzi al Palazzo Comunale saranno portati da oggi direttamente dalla mensa del carcere di Ragusa. Una scelta di solidarietà che la realtà denominata “Sprigioniamo sapori” ha sentito di volere intraprendere come segno di vicinanza ai chi ha bisogno.

“E’ un gesto – spiega Aurelio Guccione, presidente del Consorzio “La Città solidale” che ha in cura la mensa del carcere – che intende dare un segnale di sostegno concreto a chi ha bisogno. Ci sembra un fatto significativo che chi lavora in carcere possa essere d’aiuto a chi vive un momento di difficoltà. Ma questa iniziativa non può e non vuole rappresentare una soluzione. Il problema, infatti, deve essere affrontato dalla politica attraverso atti concreti e non proclami”.

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